LIBRA FESTIVAL 2012
La crisi incalza. Stravolge il quotidiano vivere e, naturalmente, coinvolge anche il settore dell’entertainment. Il tempo libero si fa un po’ meno libero: aumentano i costi, diminuiscono le possibilità. Contributi e sponsorizzazioni si diradano, i soldi in tasca per i biglietti d’ingresso sembrano evaporare in questi primi accenni di calura estiva. I concerti dei big sono sempre più cari, quasi vivessero in un altro pianeta dal quale è difficile scorgere le difficoltà che stiamo attraversando, e spesso le scelte – necessarie – costringono a rinunciare agli scampoli di qualità proposti con costanza e passione dagli operatori. In questo panorama d’incertezza totale, LIBRAFESTIVAL cerca di non perdere l’entusiasmo e tenta di fornire una certezza alla quale aggrapparsi nell’estate biellese. La musica torna a librarsi nell’aria di Sordevolo, quindi. Con un leggero ritardo, con una versione più breve ma non per questo priva della ricerca e della qualità delle proposte in cartellone.
Vecchioni è la star 2012, manca dalla città da parecchio tempo e torna con un sacco di cose vecchie e nuove da raccontare, non ultima la sua affermazione al Sanremo dello scorso anno (vincitore del premio principale, di quello della critica e della stampa). Il resto è fatto da chicche che ci si augura che il pubblico non voglia perdersi, intento a inseguire effimeri successi pop e cocktail tropicali invece di togliersi la curiosità di una proposta artistica che di rado ci passa sotto casa. LIBRAFESTIVAL allarga gli orizzonti e abbraccia idealmente anche l’operetta (La vedova allegra con la Compagnia Teatro Novecento) e il balletto (“Chansons” con il Balletto di Milano); reinventa, con Ambrogio Sparagna & l’Orchestra popolare, la musica folk per una Notte della Taranta ai piedi del Mucrone; incontra, con Giovanni Lindo Ferretti, il trascorso di un grande esponente del rock alternativo italiano; salta, con il Sud Sound System per il reggae del ventennale dei salentini; rima in coro con l’emergenza di Emis Killa e di Mondo Marcio, rivelazioni del rap italiano. E ha la stessa voglia di festa in apertura coi fedeli Discoinferno e in chiusura con gli irrinunciabili Divina.
Ecco, il festival c’è. Ora non manca che il pubblico, a fare la sua parte. Eventi come questi vanno sostenuti più con la partecipazione e meno con le parole: il biglietto d’ingresso è la testimonianza dell’affetto e del sostegno di cui il festival necessita per sopravvivere, e questo vale anche per i professionisti della caccia al biglietto omaggio. Amministratori in testa.
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